Il triathlon italiano del 2018 forse sarà rosa. Il merito, tanto per essere ton sur ton, sarà delle nostre donne con Alice Betto in primis che, elegante e felice, ha ricevuto il premio Gianni Brera
E poi di Annamaria Mazzetti e della rientrante Charlotte Bonin e delle altre più giovani promesse, tra cui Angelica Olmo, Ilaria Zane, Giorgia Priarone e Verena Steinhauser.
A fare da contraltare tra i maschi, che sembrano perdenti nella disfida, ci sarà il solido Alessandro Fabian, ancora l’unico italiano da primo gruppo a livello internazionale, in attesa che i ragazzi, Davide Uccellari, Matthias Steinwandter, Massimo De Ponti, Delian Stateff e compagnia, diano segni di maturità.
Per loro, ma non solo, la “scuola” di Joel Filliol in questo primo anno non ha dato frutti ma le cure a volte sono lunghe e cambiare la testa della gente non è così semplice.
Nella lista dei primi della classe ce ne sono altri, quelli delle lunghe distanze, gli Ironman per intenderci, che i chilometri li macinano a pranzo e a cena, con Giulio Molinari in testa, con Alessandro Degasperi e Daniel Fontana che, forse, ha rinunciato al ritiro per cercare di chiudere in bellezza, e poi con Alberto Casadei, Jonathan Ciavattella, Domenico Passuello e Ivan Risti, tutti alla ricerca della gara perfetta. Tra le donne c’è Marta Bernardi, campionessa in carica della specialità, la giovanissima Federica De Nicola, 24 anni, che alle Hawaii 2017 ha vinto, e non è cosa da poco, nella sua categoria e poi l’indomabile Martina Dogana, dalla quale c’è da aspettarsi sempre qualche sorpresa.
Curioso: il Triathlon ha un trend di crescita fuori dal comune pur non avendo il traino dei grandi campioni. Si autogenera e prolifica attraverso il passaparola e il perché è semplice…
triathlon è bello!
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Photo Credit: ITU.