Stop&Go n.214 Novembre/Dicembre 2014

Stop&Go n.214 Novembre/Dicembre 2014

10 Novembre, 2014

STOP&GO

Edmonton ultima tappa delle Itu World Triathlon Series 2014 ha consegnato a Gwen Jorgensen e a Javier Gomez il titolo di campioni del mondo. Per gli italiani sono state giornatacce e un mese dopo, fatto salvo il risultato di Fabian, non è andata meglio ad Alanya. Prestazioni di alto livello si alternano a risultati appena sufficienti, mentre la nostra seconda fascia non fa certo impazzire il mondo, se ci confrontiamo con Francia e Spagna, tanto per dirne due.

C’è da chiedersi se ci siano problemi di gestione tecnica, anche alla luce di qualche cicaleccio. Non che la stagione sia stata negativa per gli atleti di vertice, visto che nelle proiezioni olimpiche stilate dall’Itu, basate sui risultati acquisiti nelle gare che qualificano per Rio 2016, l’Italia è dentro con tre uomini e tre donne ma, se di futuro dobbiamo parlare, sarebbe utile dare solide basi alla cultura tecnica di molti allenatori dando a loro l’opportunità di partecipare a stages o soggiorni all’estero per confrontarsi e attingere a nuove esperienze.

A Riccione, ai Campionati italiani di Sprint individuali e di staffetta e per la Coppa Crono c’era un numero di atleti mai visti prima. Due fantastiche giornate che hanno ribadito la leadership di Fabian e Mazzetti e la crescita dei numeri del triathlon, molto anche per merito degli Age Group: uomini e donne “normali”, che in realtà sono di ferro e che trasportano l’entusiasmo e la felicità di ciò che fanno oltre confine, creando proseliti affascinati da un nuovo stile di vivere lo sport, con spirito d’avventura e in modo multidisciplinare, dove tutti sono campioni perché “vincere per se stessi” ne è la filosofia.

Se di Age Group e delle loro imprese il triathlon si alimenta, sarebbe anche utile, al di là dei loro campionati e gare, dare a questo settore un minimo di supporto organizzativo per le gare internazionali. Ai Mondiali di Edmonton c’era un solo atleta, probabilmente lì per caso, e forse una quarantina agli Europei di Kitzbühel… poca roba. Forse il settore andrebbe ristrutturato attraverso fasce d’élite e raduni organizzati. Il prossimo anno i Campionati europei saranno a Ginevra e la Federazione ha promesso una maglia azzurra per tutti!

Kona mai vista
• Alex Zanardi, tutto cuore e braccia, lotta e ne esce da campione, Daniel Fontana non vince la sua battaglia, Enzo Bergamo fa la gara della vita ed è il 1° degli italiani, Michela Menegon mette in fila quasi 1.200 atleti ed è 121ª tra le donne.

• Già 3° a Kona nel 2013, Sebastian Kienle (8:14’18’’) costruisce nella frazione di bici la sua vittoria prendendo un vantaggio di 12’ e 15’ su Ben Hoffman (8:19’23’’) e Jan Frodeno (8:20’32’’) che non sono più riusciti a recuperare nell’ultima frazione di corsa. Per Frodeno (2:47’46’’) secondo tempo di giornata in questa frazione dopo Ivan Rana (2:44’28’’).

Miranda Carfrae (9:00’55’’) perde nelle due prime frazioni circa 14’ dalla sua più diretta avversaria, ma è poi capace di una strepitosa rimonta su Daniela Ryf (9:02’57’’) e Rachel Joyce (9:04’23’’).

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