Nei programmi futuri del Coni, promotori Malagò-Fabbricini-Giomi & Co, c’è il progetto di accorpare tra loro alcune federazioni con lo scopo principale di ottimizzare servizi, individuare sinergie e, nel risparmio su questi due punti, trovare nuove risorse economiche. Un programma che non sarà certo facile da realizzare, che porterà qualche mal di pancia e verrà combattuto sottotraccia. Passando dalle parole alla pratica, accorpare non vorrà dire, però, cancellare una o l’altra federazione, anche se in alcuni casi sarebbe un bene, ma rendere più operose ed efficienti le proprie e diverse “truppe cammellate” attraverso attività, programmi e progetti condivisi.
Triathlon e Pentathlon Moderno, sport multidisciplinari per eccellenza, potrebbero così dividere un’unica casa, anche se per nascita e per tradizione sono contrapposti, due poli contrari che, però, potrebbero trovare dei buoni punti di contatto. Inventato da Pierre de Coubertin in ottica militare, il Pentathlon (tiro con pistola, nuoto, scherma, equitazione e corsa) vive ormai da anni una situazione difficile per quanto riguarda la sua permanenza tra le discipline olimpiche, ma è regolarmente salvato per ragioni di storia e per merito di qualche eminente sponsor. Negli ultimi anni si è particolarmente evoluto nella sua parte tecnica, ma la scarsa partecipazione e popolarità, gli alti costi dovuti alla proprietà e al mantenimento del parco cavalli e lo scarso appeal televisivo certamente non l’aiutano. Di contro, il Triathlon è sport giovane ed emergente, propone in chiave moderna l’immagine dell’atleta completo, raduna consensi e partecipanti e offre ai suoi campioni grande visibilità. Le Olimpiadi di Londra 2012 poi ne hanno celebrato il successo e l’universalità di uno sport che può contare, attraverso l’attività organizzativa dell’Itu (International Triathlon Union) e degli organizzatori indipendenti diventati dei veri e propri brand, su un movimento che per numeri di gare e di atleti attivi è terzo dopo l’atletica dei maratoneti e forse del ciclismo amatoriale con le loro gran fondo. Se all’estero, Spagna insegna, il problema non si pone, in Italia i contatti sono pochi e se non fosse per le società militari più Avia Pervia e Lazio, che hanno squadre iscritte in tutte e due le discipline, saremmo a zero… ma, in previsione di una possibile “ristrutturazione”, sedersi intorno a un tavolo, forse, non farebbe male!