Esaurita la fase preparatoria e chiuse con largo anticipo le iscrizioni, il Challenger di Rimini prima e l’Ironman di Pescara dopo hanno messo in scena il 26 maggio e 9 giugno due gare di alto livello. La prima, pur avendo pagato dazio per le avverse condizioni atmosferiche, è stata esemplare sul piano organizzativo potendo contare su un gruppo collaudato da tante esperienze, ma non è stata da meno Pescara, grande e con una perfetta gestione della gara come solo Ironman può fare. Che l’ingresso dei due marchi, o brand come nel gergo del marketing si dice, sia di grande promozione per tutto il triathlon italiano è fuor di dubbio ma il problema, anche in termini di comunicazione, sono le date troppo ravvicinate, che costringono gli Age Group e gli atleti di vertice a dover fare, per ragioni diverse, scelte di carattere economico. Se per gli Age Group l’impegno di duplicare così a breve non è da poco per gli Elite, al di là di ingaggi e premi, diventa un rischio che può metterli “fuori giri” per il resto della stagione. Insomma, il bello sarebbe avere le due gare dislocate in periodi diversi tenendo conto dei vari calendari. Comunque sia, saranno Challenger o Ironman,che sono state messe in concorrenza da Etu, per organizzare i prossimi Europei di Medio e Lungo, con buona pace di Tristar, quelli del 111 e 222, che sembrano spariti dalla scena. Nei giorni passati, mentre eravamo in chiusura, si sono svolti i Campionati Europei: grande prestazione complessiva di tutti gli atleti, staffetta in testa; Mazzetti e Orla a seguire e Fabian su tutti. Con i rispettivi tecnici è stata gran festa, peccato per qualche neo comportamentale da parte della dirigenza a cui andrebbe detto in privato che certe cose non si fanno. A Bardolino, che per tradizione, collocazione geografica e per partecipazione è di gran lunga la miglior gara d’Olimpico in Italia, la gara è stata come sempre bella e spettacolare e insegna ancora una volta che per organizzare una manifestazione ad alto livello bisogna essere fortemente inseriti nel territorio e lavorarci con passione e costanza 12 mesi su 12, altrimenti le gare rimarranno festose e divertenti “sagre di paese”. Per promuovere il triathlon ci vogliono anche quelle, ma per fare una gara di carattere internazionale o ambire ad avere una gara del circuito Itu o di campionato serve ben altro. Chiedere a Cremona.