Terapia con onde d’urto. Quando è necessaria?

Terapia con onde d’urto. Quando è necessaria?

02 Marzo, 2022

Negli ultimi anni le onde d’urto hanno trovato un sempre maggiore impiego in ambito di fisioterapia e nella medicina dello sport.  

Onde d’urto in inglese si traduce shockwaves: quando le si sente nominare, più che a qualcosa di terapeutico viene da pensare a uragani, cicloni, qualcosa di pericoloso insomma. In realtà, il potenziale delle onde d’urto nel campo della riabilitazione è enorme. Scopriamolo insieme

Onde d’urto: cosa sono?

È bene fare subito chiarezza e capire di cosa stiamo parlando. Le onde d’urto sono impulsi pressori ad alta energia e di breve durata, che trasferiscono energia ai tessuti corporei con l’obiettivo di accelerarne i processi di guarigione. Questa forma di terapia con frequenze basse per arrivare in profondità è perfetta per patologie e per strutture come la fascia plantare, un tessuto tendineo molto spesso e che quindi necessita di molta energia. La terapia è indicata per il trattamento di tutte le forme di tendinopatie, nonché in caso di borsiti, spina calcaneare e fasciti plantari.

A cosa servono le onde d’urto

Agiscono in primo luogo sul dolore che, dopo l’iniziale aumento, diminuisce. La sua riduzione si ottiene impegnando il sistema nervoso a trasmettere l’informazione “pressione” distraendolo dalla trasmissione dell’informazione “dolore”. Quando si sbatte il gomito contro uno spigolo, la prima reazione istintiva è di sfregare con la mano la zona che fa male. Questo è un modo per distrarre il sistema nervoso, che così trasmette in quantità minore un’informazione fastidiosa. Il dolore viene percepito meno anche grazie all’attivazione e rilascio di endorfine durante l’applicazione che abbassa la sensibilità algica. In secondo luogo, le onde d’urto favoriscono la nascita di nuovi capillari in sede di lesione, con l’effetto di permettere al corpo di autoripararsi e smaltire le sostanze tipiche dell’infiammazione.

Come si svolge la seduta

L’applicazione è di brevissima durata, non più di 10 minuti in tutto. Viene utilizzato un manipolo che “spara” dei colpi precisi e ben localizzati. La quantità di energia erogata e il numero di colpi è variabile in base al tessuto da colpire e al macchinario. 

Altre applicazioni delle onde d’urto

Le onde d’urto sono un tipo di terapia fisica che va bene per un’ampia gamma di patologie articolari e muscolo-tendinee, come le epicondiliti (il gomito del tennista), le patologie del tendine d’Achille, lo sperone calcaneare, le tendinopatie di spalla con o senza calcificazione come la tendinopatia alla cuffia dei rotatori, il tendine rotuleo e così via.

Anche per bellezza

Le onde d’urto hanno trovato ampio spazio anche nell’area estetica, con trattamenti contro la cellulite e il grasso localizzato grazie all’effetto cavitazionale di cui tanto si sente parlare. Queste onde di pressione creano delle controllate e ripetute formazioni di micro bolle di vuoto in un liquido la cui implosione rompe le membrane delle cellule del grasso, eliminandole.

Photo credit: ITU.

Articoli correlati

Dolore sotto al malleolo: cause, rimedi e consigli.

29 Giugno, 2023

Il dolore sotto al malleolo è un fastidio che capita di frequente a coloro che manifestano un’eccessiva torsione del piede. Ma come si manifesta? E quali sono le cause principali? Ma soprattutto, come possiamo prevenirlo? Una questione di appoggio Oggi sappiamo bene quali sono gli effetti negativi dell’appoggio del piede con una pronazione esagerata, ovvero […]

Tendine d’Achille: a chi rivolgersi?

20 Aprile, 2022

Come evitare che un tendine d’Achille diventi un tallone d’Achille? Il tendine d’Achille è un tendine molto robusto, uno dei più importanti nella prestazione atletica, soprattutto nella corsa, dove fornisce la propulsione al corpo a partire dal piede. Serve da collegamento tra il muscolo tricipite della sura (composto dai due gemelli e il soleo) e […]

Più efficace e (anche) più veloce

08 Maggio, 2021

In tanti commettono l’errore di concentrarsi sul solo allenamento senza dedicare tempo al recupero, accusando affaticamento e problemi. In aiuto degli atleti corre la “medicina” del terzo millennio: basta mezz’ora per essere come nuovi

Advertisement