Traumi da impatto nella corsa: non asfaltiamoci troppo

Traumi da impatto nella corsa: non asfaltiamoci troppo

05 Gennaio, 2023

Traumi da impatto: quali infortuni

Passiamo ora agli infortuni più frequenti favoriti da un allenamento sistematico sulle strade asfaltate.

Ricordiamo:
– discopatie lombari e relative lombosciatalgie;
– involuzione artrosica da usura e ipomobilità delle articolazioni sacro-iliache;
– involuzione e lesioni degenerative delle strutture meniscali del ginocchio, in particolare il corno posteriore del menisco mediale;
– sindromi infiammatorie del tibiale posteriore;
– sindromi infiammatorie o degenerative del tendine di Achille;
– fratture da stress;
– stress muscolare dei polpacci.

Va precisato che l’allenamento eccessivo sull’asfalto in questi casi può essere considerato solo una concausa, mentre i fattori morfo-funzionali hanno senz’altro il maggior peso nel determinare l’evoluzione patologica.

La superficie ideale

Anche il prato, come superficie su cui correre, presenta controindicazioni: è di solito uno spazio piccolo, per cui può diventare noioso effettuarci molti chilometri, e le sue irregolarità non sempre sono evidenti. Lo sterrato rimane il terreno ideale sia per la riduzione del trauma da impatto sia per uno stimolo propriocettivo legato alle leggere irregolarità che esso presenta nei confronti dell’asfalto.

Le condizioni di praticabilità devono essere legate a una buona visibilità, per evitare le asperità più consistenti che possono far parte della tipologia di questa superficie: da evitare, quindi, le ore serali con insufficiente illuminazione.

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