Grande successo in rosa: quasi un centinaio di persone all’incontro “Lo sport come terapia”, promosso da Woman Triathlon Italia e Commissione Donne FiTri
È la città di Verona, e il suo cuore nel centro storico, ad aver ospitato, presso la bellissima sala Arazzi di Palazzo Barbieri di piazza Bra, il secondo incontro “Sport donna”, confermando la collaborazione di due realtà importanti nel mondo sportivo femminile: Woman Triathlon Italia e la Commissione Donne della Federazione Italiana Triathlon. La prima è la squadra di triathlon tutta al femminile diretta da Antonella Salemi, una realtà unica, che vanta più di 100 donne tesserate tra triplice disciplina e atletica leggera. L’altra è la Commissione Donne FiTri, un gruppo di lavoro all’interno della federazione, con l’obiettivo di far crescere il triathlon femminile in Italia. Quest’anno Woman Triathlon Italia e la Commissione donne FITRI (con Martina Dogana promotrice dell’evento) hanno organizzato l’incontro a tema “Lo sport come Terapia”. Quasi un centinaio le persone intervenute, comprese atlete nazionali ed ex nazionali di varie discipline, in primis nuoto e paratriathlon con tutta la nazionale diretta da Mattia Cambi. Quasi due ore di storie fantastiche di riscatto, esperienze sportive e di vita, tutte accomunate dall’importanza che ha avuto lo sport nel loro “processo di rinascita”, occasione per superare gli ostacoli e parte integrante di una terapia per la guarigione o, quanto meno, per il miglioramento di determinate patologie o condizioni.
Sono intervenute le atlete Anna Barbaro, Barbara Davolio, Francesca Tibaldi, Veronica Plebani, Chiara Vellucci, Isabella Zamboni, Roberta Liguori, Xenia Palazzo, Cristina Albicini, Giovanna Rossi, i tecnici Marcello Rigamonti, Mattia Cambi e Valentino Toncilio, le dott.sse Barbara Santini (psicologa e psicoterapeuta) e Graziella Borgo (Ricerca contro la Fibrosi Cistica), le autorità provinciali e federali.
L’esempio di Sabrina
Tra le triatlete presenti c’è anche lei, che dello sport ha fatto una vera terapia: non direttamente per sé, ma per il marito e la loro nuova vita di coppia. Dopo l’incidente. Quarantanove anni, Sabrina Schillaci è sposata con Davide, tetraplegico dal 2007, quando un tuffo cambia loro l’esistenza. Nel 2012 la rinascita per entrambi, quando lei, prima semplice appassionata di fitness, diventa triatleta per coronare il sogno della finish line. Da allora non ha più smesso di allenarsi, trascinando in un rigenerante vortice di passione il marito. Perché la speranza va coltivata e l’entusiasmo può essere contagioso. Per questo pedalerà per 2.200 chilometri (17.000 i metri di dislivello) dal 14 al 31 luglio: da Monza a Santiago de Compostela, passando per il Piemonte e la Costa Azzurra, il suo messaggio vuole scuotere gli animi arresi. L’impresa si chiama “Race Across Limit”: 18 le tappe, per raccogliere fondi per la C.O.ME COLLABORATION ONLUS che si occupa di trattamenti osteopatici gratuiti per neonati e bambini disabili.