Colin O’Brady, il primo uomo (nonché triatleta) ad attraversare l’Antartide in solitaria

Colin O’Brady, il primo uomo (nonché triatleta) ad attraversare l’Antartide in solitaria

28 Dicembre, 2018

L’aveva ribattezzata “The Impossible First”, e non si parla d’altro in queste ore: dell’impresa sovraumana del 33enne Colin O’Brady, primo uomo ad aver attraversato l’Antartide in solitaria, senza guide né supporto. Avventuriero, esploratore: ma lo sapevate che è anche triatleta?

Originario dell’Oregon, negli Stati Uniti, l’esploratore (e atleta) Colin O’Brady è partito il 3 novembre per attraversare in 55 giorni il gelido e ventoso Antartide, dalla costa atlantica a quella pacifica (percorrendo circa 1.600 chilometri senza alcun tipo di assistenza e con 135 chili di attrezzatura su una slitta da trainare in autonomia), passando per il Polo Sud, e battendo lo sfidante Louis Rudd, 49enne capitano della British Army, anch’egli in viaggio verso il record. Prima del continente ghiacciato, per O’Brady c’era stato l’Everest con gli altri sei maggiori picchi a livello mondiale (uno per continente), impresa – quella delle “The Seven Summits” – portata a termine globalmente in 139 giorni. Ma quale la provenienza sportiva di un simile avventuriero? La vittoria nel duro Triathlon di Chicago al suo esordio nella triplice disciplina, arrivata inaspettatamente dopo 18 lunghi mesi di riabilitazione, lo porta agli onori della cronaca, destando l’interesse dei primi sponsor importanti. E pensare che dopo un brutto incidente, nessun medico si sarebbe aspettato tornasse nemmeno a camminare come prima. Un’adolescenza da appassionato di sport e natura (soprattutto calcio e nuoto: i risultati in quest’ultima disciplina gli valgono l’accesso alla Yale University, dove si laurea), ma all’età di 23 anni, durante un viaggio zaino (e surf) in spalla in Thailandia, partecipa a un rito locale che prevede il salto di una corda infuocata. Qualcosa va storto e subisce gravi ustioni sul 25 per cento del corpo, prevalentemente localizzate alle gambe e ai piedi. Trascorrerà due mesi all’ospedale di Bangkok e sarà proprio il suo primo triathlon a sancire un nuovo inizio per la sua vita e la sua carriera sportiva. Oggi triatleta elite, ha finora rappresentato il suo paese in 25 paesi e sei continenti.

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