Dalla Svezia la nuova disciplina che prevede l’alternanza tra la corsa e il nuoto, adattandosi alla conformazione del territorio, senza vincoli di distanze o metriche prestabilite. Si corre con la muta e si nuota con palette e scarpe. Problemi di adattamento? Nessuno. Divertimento? Quello sì, e non poco.
Sin dagli arbori del multisport la filosofia imperante è sempre stata, per sua stessa natura, variegata e policroma: nel dopo guerra, per esempio, il biathlon ha consentito di mantenere in forma le truppe in tempo di guerra fredda facendole sciare e sparare. E che dire del decathlon e delle sue dieci discipline per eleggere l’uomo più completo nell’arena dell’atletica leggera? E anche quando alle Hawaii un gruppo di amici si sfidarono per scommessa in una prova di nuoto, bici e corsa decisero di tenere la stessa desinenza (athlon, gara dal greco antico) e creare così quello che tutti noi conosciamo come triathlon.
Da qualsiasi parte guardiamo il diamante e le sue mille sfaccettature, queste scelte multisportive hanno in comune precisi formati da cui non è possibile derogare: è la distanza che determina la classe di appartenenza (triathlon sprint, olimpico, Ironman…). Sì, è sempre così, ma non nello swimrun, la duplice disciplina che rispettando l’alternanza corsa/nuoto si adatta al territorio e non a metriche prestabilite. Se per andare dal punto A al punto B si deve nuotare attraversando laghi, canali o bacini di varia natura, e correre per isole o strade sterrate, lo swimrun è la risposta giusta.
Correre e nuotare, e correre ancora per poi nuotare, in una scelta binaria che potrebbe non avere fine, con partenza e arrivo, ma senza quella ‘zona cambio’ tanto cara ai triatleti perché ciò che serve ce lo si porta appresso. Regole precise e condivise tra il migliaio di giovani gare che si svolgono in tutto il mondo non ve ne sono, poiché non c’è (ancora) una federazione riconosciuta dal CIO, e in questo caso vince chi è più forte o chi ha avuto la primogenitura, ovvero gli svedesi di Ötillö, gara nata, guarda caso, per scommessa tra un gruppo di amici, e la cosa ci ricorda un’altra ben più fortunata genesi nel campo del multisport. Ma andiamo con ordine, perché al di là del formato che, come abbiamo visto non ha distanze prestabilite, è l’attrezzatura a giocare un ruolo particolare nello swimrun. Per nuotare il regolamento de facto consente l’utilizzo della muta, ma visto che la stessa dovrà essere indossata anche durante la corsa, le aziende del settore hanno pensato alla confezione di una muta specifica a mezze maniche e corta sopra al ginocchio, con doppia cerniera lungo il petto e sulla schiena. Ma non finisce qui, perché gli organizzatori della gara nell’arcipelago di Stoccolma hanno pensato che in fondo un aiutino ci poteva stare. Nello swimrun, infatti, è consentito l’uso delle palette e del pull buoy, che rende tutto più facile nel nuoto e forse potrebbe infastidire la corsa, ma un elastico infilato nel galleggiante permette di fissarlo alla coscia: una volta usciti dall’acqua è sufficiente girare il pull buoy all’esterno e correre. Le palette invece, quelle restano in mano, tanto che i più esperti scrivono sopra, prima della gara, la lunghezza dei diversi tracciati di nuoto e di corsa.
Cosa mancano?
Le scarpe, of course. Nessun vincolo nell’uso delle calzature, tuttavia anche in questo caso i più lungimiranti brand del settore hanno sviluppato scarpe specifiche, come il caso di Salming, nota in tutta la Scandinavia per l’esperienza nel campo dell’orienteering e delle discipline outdoor: l’azienda della corona svedese propone per lo swimrun il modello OT Comp dotato di una suola dall’elevato grip e creata in esclusiva da Michelin e una tomaia traspirante che consente all’acqua di uscire dalla scarpa quando si inizia a correre. Già, perché lo avevamo dimenticato, qui si nuota indossando le scarpe, che apparentemente sembrano ostacolare l’avanzata in acqua, ma garantiamo per averlo provato in prima persona nel weekend sul Lago di Monate, non crea alcuna difficoltà. Non ci credete? Bene, per chi è incuriosito dal fascino di questa nuova disciplina, gli organizzatori di SwimRun Cheers in vista della loro gara sul Lago Maggiore di sabato 9 giugno, organizzano sessioni di test aperte a tutti, purché i partecipanti accettino un’unica condizione: lasciarsi ammaliare da una nuova dimensione della multi disciplina. Scommettete anche voi che vi piacerà?
di Carlo Brena
Per maggiori informazioni sulla gara e le prossime date test: www.swimruncheers.it