A tu per tu con Daniel Fontana in off-season: i consigli del Campione per un “riposo allenante”
Daniel Fontana si racconta in questo importante periodo dell’anno che non va trascurato e in cui nulla va lasciato al caso: l’off-season. Preziosa occasione da sfruttare, anche con il supporto della migliore strumentazione, Fontana spiega come “l’off-season, per un atleta professionista, non coincide con un periodo di totale assenza di lavoro fisico. Da molti anni io, come molti altri miei colleghi, sfrutto questa fase più lontana dalle gare per lavorare su alcuni dettagli che giocoforza nel corso della stagione con l’incalzare delle competizioni non possono essere adeguatamente curati”.
Ma in che cosa consiste la quotidianità di un valido off-season? Daniel racconta che “è fatta di lunghe sedute in palestra seguito da un personal trainer e un posturologo che in sinergia con uno staff di fisioterapisti e osteopati analizza il mio corpo, la sua postura nello spazio in statica, ma soprattutto l’efficacia dell’azione in dinamica. Io mi affido per questo lavoro al Consorzio CORSA di Pavia, che affianca il reparto di chirurgia ortopedica dell’Ospedale San Matteo, guidato dal Professor Benazzo che mi ha operato al tendine”.
I dati sono il punto di partenza: importante dedicarsi a valutazioni funzionali con adeguati strumenti di monitoraggio. Se questo è il momento migliore per seguire un piano efficace di prevenzione sugli infortuni o per andare a riequilibrare eventuali squilibri che possono essersi creati nel corso della stagione, Daniel prosegue ricordando che nel suo caso, quest’anno, arriva da una serie di piccoli infortuni tutti a carico dell’arto sinistro, probabilmente derivanti da qualche scompenso causato dall’operazione al tendine d’Achille subita due stagioni fa: “I test biometrici e biodinamici effettuati dai fisioterapisti hanno evidenziato leggeri squilibri di forza e di postura, sui quali stiamo andando a lavorare e che vengono monitorati anche grazie alle funzioni avanzate delle apparecchiature Garmin delle quali posso avvalermi quotidianamente”.
Corsa e ciclismo sono a questo riguardo le due attività più delicate del triathlon: “Sono le discipline nelle quali un minimo squilibrio di forza può causare delle grosse falle di performance, ma soprattutto essere anticamera per infortuni in grado di compromettere i risultati agonistici in stagione. Per quanto attiene al podismo, quello che faccio normalmente in palestra è far seguire alle sedute di potenziamento muscolare in sala pesi, un’analisi con il posturologo e una seduta con l’osteopata. Al termine delle valutazioni eseguiamo dei test dinamici utilizzando le dinamiche avanzate che il Forerunner 935 è in grado di rilevare. Il tempo di contatto del piede con il suolo, il bilanciamento di forza tra il piede destro e il piede sinistro, la frequenza di passo, l’oscillazione del busto e la lunghezza di falcata, sono tutti parametri che, se ottimizzati, permettono un sensibile miglioramento della performance”. Per dare alcuni valori a questi parametri, il lavoro che Fontana sta svolgendo con gli specialisti ha l’obiettivo di portare la sua cadenza di passo attorno alle 90 battute al minuto, l’oscillazione verticale del busto sotto i 10 cm e ottimizzare il tempo di contatto al suolo avvicinandolo ai 180-190 millisecondi: “Questi sono valori che monitoriamo con dei test nei quali sono portato a correre sul tappeto ad una velocità di circa quattro minuti al km e con una lunghezza di passo approssimativamente pari a 1 m e 30 cm”.
Con che risultati? “Dopo un’intensa seduta di lavoro, quello che andiamo a cercare nella rilevazione di questi dati è qualche piccolo decimale di miglioramento nel tempo di contatto con il suolo e soprattutto un’ottimizzazione del bilanciamento tra piede destro e piede sinistro, che avvicini il più possibile i valori tra i due arti al 50%”.
Protocollo che si rivela ottimo anche per il ciclismo: “Questo stesso tipo di lavoro viene fatto anche durante le sedute di ciclismo indoor. In questo caso lo strumento di rilevamento è il Vector3 associato all’Edge 1000. La deficienza di forza rilevata nella corsa si ripercuote inevitabilmente anche in bicicletta. La scelta di un monitoraggio indoor e non outdoor è data dalla maggior accuratezza del rilevamento, grazie all’assenza delle variabili esterne che invece si avrebbero in una pedalata su strada. Quello che sto facendo in questo periodo in bicicletta è un lavoro molto puntuale con dei Fitter che possano ottimizzare la posizione in sella e quindi anche la pedalata. In questa situazione mi vengono in aiuto le dinamiche di ciclismo di Garmin. Il Vector è in grado di rilevare in tempo reale l’uniformità di pedalata e l’efficienza di coppia, due parametri importantissimi, che se ottimizzati, migliorano la rotondità di pedalata, ossia la mia capacità di distribuzione della forza nell’arco di tutto il ciclo della pedalata, a tutto vantaggio della performance”.