Il nastro sulla finish line più ambita del mondo afferrato con forza e un urlo liberatorio che sembrava non finire più. L’IRONMAN World Championship Kona 2024 riporta sul trono per la terza volta Patrick Lange, con molta probabilità il miglior maratoneta della storia della lunga distanza. Dalle 2 ore e 40 al debutto nell’IRONMAN Texas 2016, l’atleta tedesco ha sempre dimostrato essere uno specialista della maratona, che come sappiamo è la frazione cruciale di ogni gara IRONMAN. Per Patrick questa terza vittoria ha avuto un sapore tutto speciale, perché è coincisa con due nuovi record: quello sul percorso di corsa (2:37’34”) e quello sul percorso generale (07:35’53”), arrivati nel pieno della maturità e consapevolezza di sé sia al punto di vista fisico che mentale. E forse non è un caso che 3 sia proprio il numero perfetto: “Ho sempre detto che il mio giorno migliore qui a Kona doveva arrivare, ma nessuno mi ha creduto. Questo è stato un giorno perfetto. Assolutamente perfetto. Mahalo, grazie, grazie a tutti voi là fuori. Siete stati grandiosi”.
In effetti, già nella conferenza stampa di giovedì 24 ottobre si respirava un’aria particolare. A tal punto che Patrick Lange, che conosciamo come atleta sobrio e riservato, si era lasciato andare a delle previsioni dicendo che Kona 2024 sarebbe stata la sua gara migliore. Un’altra previsione azzeccata è stata quella del 39enne Matt Hanson, il più “anziano” tra i Pro. L’americano, decimo all’arrivo (07:54’50”), aveva dichiarato che i primi 15 atleti al traguardo avrebbero chiuso con un tempo al di sotto delle otto ore. Gli atleti in questione sono stati 16. Chapeau.
IRONMAN World Championship Kona 2024, l’alba della gara
Alcune nuvole un po’ minacciose avevano fatto capolino sul molo di Kona, poi la minaccia è stata spazzata via dall’alba multicolore dell’isola hawaiana che regalato uno spettacolo nello spettacolo. L’umore nella transition area, però, è sempre stato molto friendly. Nonostante il parterre di atleti di altissimo livello tecnico e l’alta posta in gioco, abbiamo visto come sia grande e profondo il rispetto che i Pro nutrono l’uno per l’altra: sorrisi, pacche sulle spalle, qualche abbraccio e un in bocca al lupo per la gara sono stati i rituali prima della partenza, mentre venivano ultimati gli ultimi preparativi. Nonostante ci fosse la crème de la crème del triathlon mondiale (probabilmente tra le più competitive di sempre), il clima era lo stesso della conferenza stampa e sembrava che i ragazzi riuscissero perfino a divertirsi tra loro. Ma quel piccolo momento di relax è rimasto confinato in zona di transizione, fino a che gli atleti non hanno percorso la scalinata di Dig Me Beach che li ha condotti in acqua per il riscaldamento. Sguardi fissi verso la battigia e mente assorta nelle tecniche di visualizzazione della propria strategia di gara, l’unica al mondo che in meno di sette ore può cambiarti la vita.
IRONMAN World Championship Kona 2024, il nuoto
Pronti, via. Lo sparo del cannone ha messo fine all’adrenalina. Il primo chilometro è stato spettacolare, con 54 Pro a tutta e un groviglio di braccia e gambe che si agitavano e si rifiutavano di allentare il ritmo. Poi si sono formati due maxi gruppi, uno dietro Sam Laidlow, campione in carica e tra i favoriti alla vittoria, l’altro dietro a Patrick Lange, Kristian Blummenfelt e Gustav Iden. A Kona, nel nuoto, la regola è una sola: perdere secondi preziosi in acqua vuol dire perdere minuti sulla Queen K Highway se i ciclisti forti arrivano prima in T1.
Intorno a metà percorso, Laidlow ha aumentato il ritmo mettendo in difficoltà il gruppo e cominciando ad allungare. Insieme a lui sono rimasti solo i forti nuotatori: Menno Koolhaas, Ben Kanute, Matthew Marquardt e Braden Currie, leggenda del multisport. Ma anche qualche sorpresa come i top cyclists Magnus Ditlev e Robert Kallinn.
La svolta decisiva negli ultimi 800 metri: Koolhaas (primo ad uscire dall’acqua seguito da 22 atleti nel giro di poco meno di 30″) fa una mossa decisiva e supera in testa Laidlow. Sebbene in molti abbiano provato a rispondere, l’equilibrio si era rotto. Ditlev e Kallin hanno faticato a colmare il divario finendo in gruppo con Kristian Hogenhaug e Bradley Weiss. Un terzo gruppo è rimasto ancora più indietro, con Arnaud Gilloux, Matt Hanson e, a sorpresa, Gustav Iden.
IRONMAN World Championship Kona 2024, la bici
Ci si può aspettare di tutto dalla finale di un mondiale, anche che sette atleti battano il record del percorso ciclistico. Ed è quello che è successo nell’IRONMAN World Championship Kona 2024, una gara incredibile anche dal punto di vista cronometrico, perché ha rappresentato la sintesi perfetta tra tattiche di gara, metodologie di allenamento e tecnologie ed evoluzioni della bici da triathlon. Con Sam Laidlow in testa con quasi due minuti di vantaggio sugli inseguitori dopo poco più di 20 km chilometri, lungo la Queen K si è formato un gruppo di oltre 20 ciclisti e la situazione si è complicata un po’. Soprattutto per non cadere nella trappola della scia ed essere i primi ad inaugurare la Race Range, tecnologia anti-scia inaugurata per la prima volta quest’anno che, attraverso un dispositivo installato sulla bici del triatleta, elimina la possibilità di imbrogliare e aiuta a prevenire infrazioni accidentali.
Da lì a poco, Blummenfelt si è messo a spingere davanti al gruppo di inseguitori per andare a riprendere Laidlow, in compagnia di un gigantesco Ditlev che nel frattempo aveva recuperato più di quindici posizioni. Sfortunatamente la gara del norvegese medaglia d’oro a Tokyo 2020 si è messa male intorno al 70° km, quando sono sopraggiunti evidenti problemi gastrointestinali che di solito non vengono ripresi nelle fasi centrali di una gara. Ditlev ha guadagnato un po’ di terreno, mostrandosi più veloce anche di Laidlow, mentre dietro c’erano Lange, von Berg e Koolhaus. Blummenfelt intanto ha continuato a perdere terreno inesorabilmente: 1′ rispetto a Ditlev e 30″ rispetto a Laidlow in 15 km, fino a ritrovarsi inghiottito dal folto gruppo di inseguitori.
Al giro di boa di Hawi, Laidlow è passato per primo, e si è potuto rendere conto del vantaggio rispetto al danese: Ditlev era a circa 2’30” dietro, mentre il gruppo si trovava a circa 5′. Dopo il cambio di direzione, la velocità è tornata a salire nella discesa verso la città. Nel gruppone c’erano von Berg, Lange e Chevalier, che continuavano a perdere terreno su Laidlow e Ditlev. Il vantaggio di Laidlow si è ulteriormente esteso nell’ultimo quarto della bici, nonostante i grandi sforzi degli atleti dietro di lui. Ma non è stato l’unico a dare il massimo: a meno di 15 km dalla T2, Kallin ha raggiunto Ditlev passando al secondo posto, complice un vistoso rallentamento del danese.
Il tratto finale verso Kona ha mescolato ancora le carte: Kristian Hogenhaug è passato dal 28° posto nel nuoto al 4° nella bici. Leon Chevalier dal 40° posto nel nuoto al 7° in T2; e il fortissimo Cameron Wurf dal 49° nel nuoto al 18° in T2. Ma il più veloce di tutti è stato Sam Laidlow, arrivato in T2 dopo una frazione in bici chiusa in 3:57’22” e aver battuto il suo stesso record sul percorso stabilito nel 2022 (4:04’36”). Una performance mostruosa ma che ha presentato il suo conto. Perché se il ciclismo per Laidlow è stata l’arma in più (in T2 aveva più di 5′ di vantaggio su Kallin e Ditlev e il resto del gruppo), lo stesso non si è potuto dire per la corsa; complici anche un sole pieno che ha scaldato (e non poco) la gara.
IRONMAN World Championship Kona 2024, la corsa
Nella prima fase di corsa Laidlow ha cercato il sostegno del pubblico per caricarsi, uno “stratagemma” che spesso viene utilizzato quando inconsciamente si percepisce di essere in difficoltà. Quello uscito più fresco dalla T2, infatti, è stato proprio Patrick Lange, che dalla undicesima posizione è arrivato davanti agli inseguitori nel giro di appena 5 km, correndo a 3’30″/km. Da quel momento, l’obiettivo era riprendere Laidlow che si trovava a 7 minuti dal tedesco. A correre bene, però, c’erano anche Koolhaas (2:35′ in maratona all’IRONMAN Francoforte di due mesi fa), Chevalier e Ditlev.
Man mano che Lange si avvicinava, Laidlow ha dovuto cambiare “in corsa” la sua strategia. Avendo speso tantissimo nella bici, ha scelto di fermarsi ad ogni ristoro camminando e prendendo più acqua che poteva; ma non c’è stato verso. Troppe energie dissipate in bici lo hanno atterrato e il suo ritmo è andato via via rallentando. Così, al 18° km, Patrick Lange lo ha raggiunto, gli ha dato una pacca sul sedere per dirgli di non mollare e chiedergli se stesse bene, lo ha sorpassato e se ne è andato. Laidlow si è arreso al più forte della giornata (e probabilmente anche di lui), continuando a trascinarsi fino al ristoro successivo dove lo abbiamo visto “tracannare” letteralmente una bottiglia da due litri di Coca Cola mentre con lo sguardo guardava Lange sparire in lontananza.
Da questo momento per Laidlow è cominciato un calvario. Prima lo ha superato Chevalier, poi Ditlev. E nel frattempo, nel silenzio, si era fatto strada anche il “bambino prodigio” americano, Rudy von Berg, così come Gregory Barnaby, che ha mantenuto costanti passo e posizione. Fino al tanto atteso e temuto Energy Lab che si è rivelato fondamentale proprio per von Berg, passato al terzo posto, per Barnaby, passato al sesto e per Wurf che è passato al decimo.
Nel frattempo, davanti, Lange continuava a dare spettacolo senza mostrare segni di cedimento per il caldo e l’umidità, dando il “cinque” o facendo un saluto agli atleti che incontrava mentre tornava verso Kona percorrendo la Queen K. A quel punto, il tedesco è entrato in quella condizione mentale definita stato di flow, dove tutto scorre in equilibrio e niente ti può scalfire. Spalle indietro e testa alta per tutto il tratto finale della Ali’i Drive fino a tagliare il traguardo per la terza volta davanti a tutti con una maratona da record (2:37’34”) e il nuovo best time ever del percorso (7’53″53″). Laidlow è arrivato quasi “strisciando”, chiudendo al 18° posto in 8:02’01”; mentre Blummenfelt (che nel frattempo si era ripreso) ha chiuso 35° in 8:29’58”.
(Fonte: triathlete.com)
IRONMAN World Championship Kona 2024, Gregory Barnaby miglior italiano di sempre
Nella giornata che ha incoronato Patrick Lange campione del mondo IRONMAN per la terza volta, c’è un ragazzo che ha scritto una delle pagine più belle del triathlon italiano. E lo ha fatto in silenzio e con un’umiltà disarmante. Gregory Barnaby si conferma tra i grandi del triathlon mondiale dopo il debutto a Nizza nel 2023 con l’ottavo posto: “6° al mio primo mondiale a Kona – ha scritto sul suo profilo Instagram – sto ancora cercando di elaborare le emozioni di questo viaggio. Sono estremamente felice del risultato, orgoglioso di aver dato tutto quello che avevo e profondamente grato per il sostegno che ho ricevuto. Per ora lascio sedimentare tutto e mi godo quest’esperienza indimenticabile. Congratulazioni a Patrick per l’incredibile performance, a Magnus e Rudy per il loro podio e ad ogni singolo partecipante che ha affrontato quella che è davvero la gara più difficile che si possa fare”.
L’arrivo di Gregory Barnaby sulla finish line di Kona 2024 e i commenti post gara
La Top 10 dell’IRONMAN World Championship Kona 2024
1. Patrick Lange (Germania) | 07:35’53” |
2. Magnus Ditlev (Danimarca) | 07:43’39” |
3. Rudy von Berg (Stati Uniti) | 07:46’00” |
4. Leon Chevalier (Francia) | 07:46’54” |
5. Menno Koolhaas (Paesi Bassi) | 07:47’22” |
6. Gregory Barnaby (Italia) | 07:48’22” |
7. Cameron Wurf (Australia) | 07:51’26” |
8. Kieran Lindars (Regno Unito) | 07:51’55” |
9. Kristian Hogenhaug (Danimarca) | 07:53’37” |
10. Matt Hanson (Stati Uniti) | 07:54’50” |