Contropendenze

Contropendenze

01 Gennaio, 2013

Se salita e discesa sembrano faticosi, c’è qualcosa di ancora più temibile

Il cross country è pieno zeppo di incognite e non ammette approcci superficiali. Anche una normale curva, nemmeno tanto scoscesa, può rivelarsi un tranello se il sentiero si snoda su una contropendenza: la possibilità di fare errori è piuttosto alta, soprattutto a causa della posizione dei pedali; una contropendenza esige, infatti, che in entrata di curva il pedale a monte sia tenuto sollevato per evitare il contatto con il terreno sporgente. Solo mentre si imposta la curva si dovrà cambiare posizione, alzando velocemente il pedale verso valle, che verrà abbassato all’uscita della stessa, per riportare in alto – in posizione che potremmo definire classica – il pedale esterno. Una discesa lineare, ripida e tracciata a mezza costa richiede invece una postura in bici moderatamente diversa dalle solite chine. Anche qui bisogna sì arretrare il baricentro, ma non troppo in quanto un eccessivo alleggerimento della ruota anteriore porterebbe quasi certamente fuori pista.

  • Gomme giuste per pendenze contrastate
    Capita di trovare circuiti agonistici di cross country infarciti di contropendenze e allora, dopo una più che accurata perlustrazione delle difficoltà da affrontare, l’imperativo sarà prestare un’attenzione estrema all’uso delle gomme, scegliendo materiali adatti alla bisogna. Sono da privilegiare le gomme con una sezione abbastanza tondeggiante, munite di tasselli verso i lati. È naturale che i terreni a mezza costa, ancorché erbosi o terrosi, finiscano per consumare più del solito le gomme. Per questo motivo occorre affidarsi a coperture dalla duplice mescola (sono ormai molte in commercio e c’è solo l’imbarazzo della scelta), morbida alla base dei tasselli e dura nella parte a contatto del terreno. Oltre a ciò, anche se il loro peso può aumentare (ma si tratta di poche decine di grammi!), le gomme devono avere fianchi robusti, per reggere alle sollecitazioni più forti. In definitiva, per suoli asciutti o moderatamente allentati, optare per battistrada tenaci ma non ingombranti, con tasselli, mediamente ravvicinati, dal disegno semiartigliato, e per bande esterne dotate di eccellente grip.
  • Pedalare a mezza costa
    Una delle situazioni più complicate che possano capitare nel cross country è proprio quella di dover “tagliare” trasversalmente un settore ripido o comunque in netta pendenza. Tratti del genere sono sempre frequenti e creano al neofita seri problemi di assetto. Il “trucco” è quello di spostare di continuo la bici di qua e di là, inclinandola verso valle quando il pedale a monte si abbassa. Se gli spazi a disposizione fossero angusti e il giro di pedale classico risultasse perciò impossibile, non rimarrebbe altro da fare che procedere con una pedalata “mozza”, a colpetti, o addirittura sganciare il piede interno e avanzare a spinte, come si usa col monopattino. Può capitare che un avversario si “pianti” proprio davanti a voi in un tratto con queste caratteristiche durante una gara. Oltre a mettere subito il piede a terra, potreste cavarvela anche con il surplace, mutuando questa tecnica dal trial e dai pistard. Per un’ottima esecuzione dell’esercizio tenete ferma la Mtb con il freno posteriore, date piccoli colpi al manubrio, tenendolo però il più possibile dritto, e spostate senza movimenti bruschi il vostro corpo per caricare il mezzo artigliato dove si sta alleggerendo.
  • Ancora curve, ma strette e soffocanti
    Poniamo l’attenzione ai passaggi in single track, che costituiscono uno spauracchio anche per i biker più esperti. Una curva larga appena pochi centimetri e con un’inequivocabile contropendenza è infatti un ostacolo da affrontare con sicurezza e reattività. All’inizio il peso dovrà essere arretrato per evitare il ribaltamento, ma a metà della curva occorrerà bilanciare l’avantreno che potrebbe, in caso di eccessivo scarico, scivolare verso la pendenza discendente. Per velocizzare il passaggio e ottimizzare al massimo la manovra si suggerisce una moderata inclinazione del corpo e della bici verso l’interno della curva.
  • Come limitare i danni
    Chi ha una certa confidenza con il cross country è consapevole che non tutti i suoli sono uguali e che taluni, poi, non sono sempre affrontabili in modo ciclistico. Fatta questa premessa, occorre aggiungere che radici, roccette, sassi e canalette possono tenderci degli agguati anche sulle maledette contropendenze. L’invito resta quello di tenere sotto controllo in maniera spietata le ruote, che dovrebbero scavalcare, sempre se possibile, centralmente gli ostacoli per non scivolare pericolosamente a valle. Se gli ostacoli sono in verticale rispetto al passaggio, possono fungere da barriera o da sponda naturale per rimanere dentro la ruvida pista. Inutile comunque cercare in maniera ossessiva delle traiettorie affidabili, continue e sicure: sul più bello, dopo qualche metro agevole, ci ritroveremmo probabilmente sul margine esterno di una nodosa radice. I puristi dell’off road diffidano degli appoggi ottenuti con un piede, ma in questo caso si sbagliano di grosso. Lo sganciamento del piede interno consente in molte occasioni di mantenere una velocità sostenuta e di garantirsi un’aderenza certa col suolo. Concludiamo ricordando che una posizione di guida moderatamente distesa, resa possibile da una componentistica “intelligente” nell’area del manubrio, garantisce non solo un ottimo controllo dell’avantreno, che non tenderà ad alleggerirsi, ma anche una redditizia spinta dei pedali.
  • Forse non tutti conoscono…
    …la storia dei Campionati del mondo di Mtb. La Federazione Internazionale del Ciclismo, l’UCI li organizzò nel 1990, in gara unica e con soli 4 titoli da assegnare. Nel tempo, molte altre specialità e categorie sono state introdotte, fino ad arrivare alle 13 previste adesso: 7 di Cross Country, 4 di Downhill, una specie di cronometro in discesa, e 2 di Four Cross, disciplina denominata anche Mountain Cross. Da non confondersi con la Coppa del Mondo, organizzata per tappe e per punteggi, il Campionato del mondo si disputa in gara unica, una volta l’anno. La 1ª edizione si è tenuta a Durango, negli Stati Uniti.

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