In discesa, come in salita, è molto importante avere una buona posizione in bici, con un buon equilibrio dinamico tra le articolazioni, respirazione corretta, ottima aerodinamicità e distribuzione adeguata dei pesi tra le due ruote; si favorisce così il massimo lavoro muscolare senza compromettere l’equilibrio fisiologico ottimale di tutto l’apparato muscolo-scheletrico. Molto spesso la discesa da affrontare in bici, nelle gare di triathlon, è vista da molti come un ostacolo, soprattutto se le condizioni metereologiche non sono delle migliori. Scendere è, invece, quanto mai naturale proprio come salire o affrontare una curva. Le stesse regole che valgono nel superare una curva in pianura possono essere applicate alla discesa.
7 REGOLE FONDAMENTALI PER I NEOFITI E NON SOLO
La prima è la prudenza. Quando siamo sulle due ruote dobbiamo evitare di correre rischi inutili, potremmo essere pericolosi non solo per noi stessi ma anche per gli altri. Detto questo però, la discesa rappresenta una sorta di “ricompensa divina” per le fatiche sofferte durante la salita che, inevitabilmente, l’ha preceduta e quindi è un sacrosanto diritto godere della forza di gravità, finalmente favorevole, e divertirsi. Perché il rischio sia davvero calcolato è necessario avere in mente alcuni concetti prima di mollare troppo la leva del freno, e anche se andare in discesa si impara solo con la pratica e l’esperienza, proviamo a dare alcuni consigli pratici:
- Mantenere una posizione ribassata e aerodinamica, è importante per due motivi: il più evidente è quello di ridurre la resistenza dell’aria e quindi aumentare la velocità, il secondo, non meno importante, è quello di creare una maggior “compattezza” tra ciclista e bici aumentando la trazione e il controllo del mezzo.
- Guardare avanti, lontano; è importante avere una visuale piuttosto ampia della strada di fronte a noi. Non concentrare, quindi, l’attenzione sulla ruota del compagno di fronte o sull’inizio di una curva, ma è importante andare con lo sguardo oltre per preparare i muscoli a reagire di conseguenza. La visione periferica aiuterà ad accorgersi di eventuali ostacoli (buche, ghiaia ecc.).
- Affrontare nel modo corretto le curve. Una volta stabilita la linea migliore della curva da seguire, il ciclista deve posizionarsi dando alle ruote la massima aderenza al suolo. Innanzitutto, tenere conto dell’importanza della ruota anteriore; per evitare la perdita di aderenza conviene non caricarla eccessivamente di peso poiché questo, oltre una certa inclinazione, rischia di rendere troppo precaria la tenuta del battistrada. Conviene spostare un pò il peso all’indietro, lasciando all’anteriore solo il compito della direzionalità. Per evitare di inclinarsi eccessivamente si può mettere in pratica una tecnica sfruttata in campo motociclistico: nel momento di impostare la curva è possibile far scivolare leggermente il bacino verso l’interno della curva in modo da aumentare il bilanciamento. Al tempo stesso è utile cercare di non scaricare il peso dal pedale esterno. Niente paura, con qualche prova ci si renderà conto di come sia più facile a farsi che a dirsi.
- Mantenere il “motore” caldo. In discesa si corre il rischio di raffreddare troppo i muscoli e far scendere le pulsazioni, per questo è importante continuare a pedalare con sforzo graduale, assecondando le pendenze e la velocità. Usare spesso il cambio dopo il tornante, oltre a essere divertente, permette di ripartire con un rapporto non troppo duro.
- Come frenare. Devo usare di più il freno davanti o il freno dietro? Anche qui esistono molte scuole di pensiero. Se quello anteriore è quello cui viene demandata molta della potenza frenante nei tratti rettilinei, le cose cambiano nell’affrontare una curva. Riuscire a valutare la forma di una curva prima di affrontarla permette di stabilire la velocità adeguata con cui percorrerla, velocità che deve essere raggiunta prima di inclinare la bici. Come regola di massima l’utilizzo dell’impianto frenante in curva dovrebbe essere evitato, ma ci sono situazioni in cui è necessario decelerare. Evitare comunque l’uso del freno anteriore: la ruota verrebbe caricata di peso eccessivo facendo aumentare il rischio di scivolare via sulla strada. Meglio quello posteriore, piuttosto. Un tocco dolce e non secco permette di gestire la frenata fino al limite della perdita di aderenza e una leggera sbandata può sempre essere corretta modificando la traiettoria della bici.
- Creare una traiettoria immaginaria. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi, soprattutto se la strada non è chiusa al traffico. Comunque, una buona tecnica è proprio quella di creare una linea immaginaria con la migliore traiettoria da seguire.
- In caso di maltempo. Con l’asfalto bagnato, l’aderenza degli pneumatici si riduce di molto e, in maniera proporzionale, si dovrà ridurre la velocità. Nell’affrontare una curva, frenare con anticipo cercando di fare solo minimi aggiustamenti una volta impostata la traiettoria. Attenzione alle strisce di vernice (strisce pedonali o qualsiasi altra tipologia di segnaletica orizzontale): sono molto pericolose quando vi si deposita sopra dell’acqua, facendole divenire molto scivolose e quasi per nulla aderenti quindi, se è necessario scavalcarne alcune, evitare di effettuare cambi di direzione su di esse e ridurre ulteriormente la velocità (la stessa cosa vale per le macchie d’olio lasciate dalle auto). La cosa più importante è la frenata: distribuirla su entrambe le ruote, dando però maggior pressione al freno posteriore (il rapporto sarà circa 70 a 30, in via del tutto indicativa).
CONCLUDENDO
Evitare di frenare in curva e su terreni sdrucciolevoli, se si può, e, cosa più importante, usare sempre la testa indossando il casco!