Certo il triatleta ha scarpe da corsa a calzata super rapida per non sprecare tempo in zona cambio. Ma un conto è in gara e un conto è in allenamento, come sottolinea Matteo Merati
Le prime spesso sono dotate di lock laces, elastiche e a scorsoio per una chiusura rapida, senza calze, in quanto non hanno cuciture interne fastidiose e sono dotate di una suoletta particolare per evitare la formazione di vesciche; le seconde, quelle da allenamento, è bene che siano un po’ più protettive e ammortizzate, meno leggere delle “sorelle” agoniste, proprio per evitare infortuni a lungo andare. Molto dipende anche da che distanza si deve coprire in gara, se si tratta di uno sprint o di un Ironman le cose cambiano (scarpe leggere nel primo caso, più protettive nel secondo). Quelle da allenamento possono avere una allacciatura più “tranquilla” in quanto non stiamo lottando contro il tempo, dunque, impariamo ad allacciarle in modo corretto.
Come fare
Una giusta allacciatura fa muovere il piede correttamente, evitando vesciche, duroni, abrasioni. C’è chi corre con scarpe troppo stringate, con le dita che sono aderentissime al puntale col rischio di far saltare o annerire le unghie. Altri, al contrario, con stringatura troppo lasca che fa “ballare” il piede. Buona regola generale è che la scarpa sia, comunque, piuttosto spaziosa, soprattutto nell’avampiede; dunque, stringhe piuttosto morbide nella parte iniziale (quella verso la punta del piede), in modo che il piede possa distendersi nella fase di appoggio della falcata, e via via sempre più tirate nella parte finale, in modo che il piede resti saldo nella sua sede senza scivolare avanti e indietro nel corso della falcata. Nella parte terminale, se fate passare la stringa nell’ultimo foro, quello un po’ “fuori fila”, date maggiore stabilità e aderenza al piede, purché non abbiate il collo del piede troppo alto. Ultimo consiglio: non dimenticate il doppio nodo, per evitare di fermarvi a metà allenamento, interrompendo il ritmo, per allacciare una stringa che col movimento si è sciolta. I lacci, nella loro lunghezza che avanza, vanno fermati infilandoli nei passanti in avanti. A meno che non abbiate la chiusura a rondella o a boa. Per tutti, è bene un’allacciatura salda, che non significa stretta, ma precisa. Ognuno poi trova il proprio equilibrio a seconda della conformazione del proprio piede.
Foto: Itu.