Come evitare che un tendine d’Achille diventi un tallone d’Achille?
Il tendine d’Achille è un tendine molto robusto, uno dei più importanti nella prestazione atletica, soprattutto nella corsa, dove fornisce la propulsione al corpo a partire dal piede. Serve da collegamento tra il muscolo tricipite della sura (composto dai due gemelli e il soleo) e il calcagno.
Se il tendine d’Achille crea problemi, a chi rivolgersi?
Diversi sono gli approcci e diverse le figure professionali a seconda della causa del problema. Ecco il ventaglio di opzioni a disposizione dell’atleta infortunato. E se questo non basta? Non rimane che affidarsi al chirurgo, generalmente visto come l’ultima spiaggia. A questo punto, però, la parola passa esclusivamente a lui: si ricorre all’intervento quando non se ne può proprio fare a meno se si vuole continuare dritti per la propria strada… di corsa naturalmente!
- Osteopata. Valuta la postura e individua l’allineamento corporeo scorretto che predispone alla patologia dell’achilleo. Riduce le tensioni e ridà equilibrio alle strutture che sono in disfunzione. Il compito più arduo, però, è stabilire dove nasce la disfunzione, dato che può nascere a vari e numerosi livelli. In alcuni casi è bene indirizzare il paziente a un’altra figura professionale, come per esempio nell’ipotesi di un piede piatto, dove è necessario l’intervento del podologo.
- Podologo. È il professionista in grado di confezionare un plantare su misura, valutando i carichi podalici e l’allineamento gamba-piede. Un po’ di valgismo è fisiologico (cioè un angolo aperto in fuori) ma se eccessivo può portare al piede piatto e a uno stress del tendine. La correzione più in voga è un cuneo sulla faccia interna dell’arco plantare per dare al piede un atteggiamento cavo.
- Fisioterapista. Diverse sono le armi del fisioterapista: dal massaggio trasverso profondo, ottimo su ogni tendine del corpo umano, alle terapie fisiche (come la tecar, il la ser, gli ultrasuoni), alle tecniche di stretching specifiche per il polpaccio e la fascia plantare, uniti in un unicum nel bene e nel male.
- Massaggiatore. A volte la problematica può nascere da un’eccessiva tensione e sovraccarico muscolare e, quindi, da un accorciamento. Il massaggiatore, intervenendo a livello muscolare, induce rilasciamento e risolve le contratture. Così facendo, oltre a dare sollievo al paziente perché diminuisce il dolore, dà sollievo anche al tendine.
- Farmacista. Oltre ad antidolorifici negli stati infiammatori più acuti, può fornire integratori alimentari a base di tutti i principali costituenti del tendine (collagene, glicosaminoglicani e alcuni aminoacidi come la lisina e l’arginina)