Prima di una gara è possibile – e consigliabile – valutare lo stato di forma. Impariamo come
Ogni atleta desidera avere il giusto stato di forma fisica e mentale quando è sulla linea di partenza di una gara. La consapevolezza di essersi allenati al punto giusto e di essere pronti per affrontare la gara fornisce sicurezza, consapevolezza nei propri mezzi e determinazione all’atleta che si sta avvicinando al giorno della competizione. Questo, in genere, si trasforma in una buona performance.
Al contrario, una preparazione non adeguata, le cattive sensazioni durante gli ultimi allenamenti del tapering o un negativo approccio mentale alla gara si trasformano quasi sempre in una prestazione non soddisfacente, al di sotto delle potenzialità dell’atleta.
Partendo dal presupposto che una buona prestazione in gara è frutto di una preparazione adeguata alle spalle, sia in termini di quantità di chilometri nuotati, ma anche di intensità, di periodizzazione e di tecnica, è possibile valutare con test specifici in che condizioni si trova l’atleta. La valutazione aiuta a entrare nella giusta mentalità per affrontare la competizione, con ottimismo e positività, ma anche fornisce all’allenatore indicazioni riguardo la tattica migliore per ottenere la massima prestazione.
Quando
È buona cosa svolgere questo tipo di valutazione solo in avvicinamento alle gare obiettivo della stagione, quelle cioè nelle quali si cerca la massima resa. Facciamo un passo indietro: se si cerca veramente una prestazione importante, a prescindere dal livello dell’atleta, non si possono calendarizzare più di due-tre gare all’anno. Esistono infatti a livello metabolico e biologico dei tempi minimi per creare il picco di massima forma fisica e mentale, picco che può durare solo qualche giorno.
La valutazione pre-gara deve essere fatta a metà del periodo di tapering, quindi indicativamente a circa una settimana dalla data della competizione. Questo perché una collocazione della prova troppo lontana dalla gara, quindi terminato il periodo di allenamento specifico, non risulterebbe attendibile in quanto l’organismo sarà ancora affaticato dal periodo di allenamento appena terminato. Diversamente, svolgere test importanti due o tre giorni prima della gara è rischioso, in quanto comunque si va a consumare un’importante quantitativo di energia che si ha accumulato, che invece dovrebbe essere risparmiata per la competizione.
Nell’ultima settimana pre-gara è importante mantenere solo i lavori di aerobia curando la tecnica, richiami di andatura gara e brevi esercitazioni di velocità pura.
Come
Una prova molto valida e già utilizzata da diversi atleti e allenatori di triathlon e di nuoto di fondo è il Race Speed Recovery Test (by Top Training Centre®), una valutazione che permette di capire quanto il ritmo-gara sia stato assimilato dall’organismo a livello fisiologico e meccanico e che livello di affaticamento questo produce nell’organismo.
Questo test è specifico per le prove di endurance, quindi nel triathlon per le gare sprint, olimpico, 70.3 e Ironman e nel nuoto per le prove da 5.000 m in vasca e in acque libere e per le 10.000 m e 25.000 m in acque libere. Entriamo nel dettaglio analizzando le prove per il triathlon. Dopo un accurato riscaldamento da 600-800 m (a seconda del livello dell’atleta, nel quale è indispensabile richiamare la corretta tecnica di nuotata e attivare la velocità specifica di gara) e una fase di riposo fuori dall’acqua di almeno 15’, si deve nuotare la serie che trovate nel box della pagina seguente.
Valutazione della prova
Analizziamo ora in che modo leggere il test per trarne le corrette conclusioni. All’85% circa dei casi, l’atleta è in perfetta forma fisica se:
• la lucidità mentale e l’efficienza motoria è costante e stabile durante tutta la prova;
• viene centrata l’andatura di nuotata (quindi il tempo) in tutte e tre le ripetute, nonostante il raddoppio metrico della seconda ripetuta rispetto alla prima e l’incremento di velocità dell’ultima ripetizione rispetto alle due precedenti;
• la frequenza cardiaca è molto simile dopo la prima e la seconda ripetuta nuotata (differenza massima indicativa di 5 bpm e non superiore a 140 per atleti adulti e 150 bpm per atleti più giovani);
• il tempo che impiega la frequenza cardiaca a tornare sotto a 100 bpm è simile tra la prima e la seconda ripetuta, rimanendo comunque entro i 60” < 75” (dato variabile a seconda della frequenza cardiaca basale dell’atleta);
• il numero medio di bracciate per vasca rispetta il seguente rapporto: (altezza dell’atleta in cm : 20) + 3 per atleti professionisti e 6 per atleti amatori; • il lattato, dopo la seconda ripetuta, è nel range compreso da 2 a 4 mmol/L (con valori tendenti al basso per la gara Ironman);
• il lattato, dopo la terza ripetuta è nel range compreso dai 4 ai 6 mmol/L (con valori tendenti al basso per la gara Ironman).