Fresca e piacevole da assaporare anche dopo l’allenamento. Scopriamo cosa c’è da sapere sulla birra come integratore nello sport.
(Paolo Godina) La birra è una piacevole bevanda tra le più diffuse e antiche nel mondo. Negli ultimi anni si sta imponendo anche sul mercato italiano per il suo gusto, per la sua grande varietà per il basso contenuto di alcol rispetto ad altre bevande, oltre che per la sua versatilità in cucina. Viene preparata a partire dalla fermentazione alcolica del malto d’orzo e usualmente viene aromatizzata con il luppolo, che determina il sapore amaro. Esistono numerosissime varianti che possono essere preparate anche con altri cereali e aromatizzate in modi molto differenti. La gradazione alcolica può essere di pochi gradi, 4-5, fino a oltre 10. La birra è fatta per circa il 90% di acqua, ha un contenuto di alcol variabile tra il 3% e il 10%, contiene circa il 3% di carboidrati. Non contiene grassi e ha delle ottime quantità di sali minerali e vitamine quali di potassio, calcio, fosforo, magnesio e piccole quantità di altri microelementi oltre a buone quantità di vitamine del complesso B.
Senza esagerare
Proprio a causa della sua alta concentrazione sia di sali minerali sia di acqua, la birra è stata assimilata agli integratori per lo sport. In effetti la birra contiene concentrazioni di sali minerali e vitamine talora superiori a quelle di alcuni integratori, ma dire che li può sostituire è un po’ eccessivo. Si legge sempre più spesso che la birra sia assimilabile a un integratore, se non meglio, agevolando il recupero e la reidratazione dopo lo sforzo. È sufficiente poi che qualche atleta professionista dica che la birra fa bene e che qualche nutrizionista parli delle proprietà nutrizionali che il legame benefico tra birra e sport diventa subito una “certezza” e un fatto acquisito e addirittura nei pasta party dopo le gare di triathlon troviamo pure fiumi di birra.
Gli studi sul legame tra consumo di birra e salute sono numerosi e la letteratura riporta lavori che cercano di studiare il legame tra consumo di birra e patologie. Purtroppo, come accade spesso, sono pochi e poco rilevanti dal punto di vista statistico i lavori che correlano il consumo di birra e lo sport e quei pochi si concentrano sul ruolo della bevanda nel recupero e nella reidratazione.
Le conclusioni dei lavori ci dicono che non ci sono evidenze scientifiche che possano asserire che la birra possa portare dei vantaggi a livello di recupero e reidratazione.
Birra come integratore: sì o no?
Le controindicazioni all’uso regolare di birra sono proprio legate alla presenza di alcol. L’alcol infatti può determinare riduzione della risintesi del glicogeno, della sintesi proteica, delle capacità cognitive e della qualità del sonno. Ma quindi possiamo usare la birra come integratore per reidratarci dopo l’allenamento? La riposta alla domanda va data sempre guardando il contesto in cui ci si trova e valutando in modo individuale l’atleta. A un amatore che magari gioca a calcio tre volte alla settimana e usa saltuariamente una birra a bassa gradazione alcolica dopo l’allenamento per idratarsi e per il piacere di bere una bevanda dissetante probabilmente non può che fare bene. Questo non vuol dire che migliora il recupero o la performance.
Un triatleta amatore o professionista che si allena tutti i giorni e talora fa doppi allenamenti e utilizza di frequente birra, pur a bassa gradazione alcolica, a mio parere non lo agevola in nessun modo. Anzi, potrebbe essere controproducente per la performance e per la salute. Non dimentichiamoci che la birra contiene alcol che è una sostanza tossica per l’organismo. Ha inoltre un tenore calorico tra 30 e 60 kcal per 100 ml (quando beviamo una birra da 330 ml assumiamo oltre 150 kcal!).
L’alcol apporta calorie che io chiamo “gratuite”, cioè che non possono contribuire al metabolismo energetico e vengono messe da parte dall’organismo sotto forma di grasso.
In conclusione
La birra non migliora certamente il recupero e tantomeno migliora il reintegro di liquidi. Ritengo comunque che berla ogni tanto non possa che fare bene a corpo e mente. Non, però, a un triatleta di livello o a un professionista che deve ottimizzare ogni singolo aspetto dell’allenamento, dello stile di vita, dell’alimentazione e dell’integrazione. Tutti aspetti che concorrono per il raggiungimento delle migliori performance. Semmai qualche sgarro potrà essere concesso nei momenti di scarico. Il recupero post allenamento, con reidratazione e reintegro delle sostanze perse con il sudore, è determinante per triatleti e sportivi in generale. Ne consegue che questo è il momento cruciale dove non bisogna fare errori. Pensate che l’organismo può eliminare con il sudore da 1 a 3 litri di liquidi all’ora con una perdita di peso di oltre il 2%, cosa che può compromettere la prestazione e poi la salute. Dunque, per la reidratazione completa ci sono gli integratori formulati appositamente e, comunque, non dimenticatevi che c’è l’acqua!