In tanti commettono l’errore di concentrarsi sul solo allenamento senza dedicare tempo al recupero, accusando affaticamento e problemi. In aiuto degli atleti corre la “medicina” del terzo millennio: basta mezz’ora per essere come nuovi
In tutti gli sport di endurance, i carichi possono determinare la comparsa di varie problematiche. I grandi volumi all’inizio della preparazione e la progressiva sterzata verso l’incremento dell’intensità a ridosso delle gare mettono a dura prova la tolleranza biomeccanica e fisiologica. Sul numero di maggio Vincenzo Ferrara ricorda quanto sia fondamentale accompagnare lo sforzo e la situazione di overtraining con la fisioterapia, affiancando delle sedute settimanali alla programmazione nelle tabelle.
Il recupero non è un condimento
Per “recupero” si intende il processo attraverso cui il corpo ritorna a uno stato ottimale per poter affrontare un nuovo allenamento. Le evidenze attuali dimostrano quanto una ripresa efficace sia l’elemento chiave della performance: un mancato recupero o uno subottimale inficia la funzione motoria con conseguenze in termini di dolore, limitazione del range di movimento, della forza e del controllo motorio. In questo contesto è facile immaginare come sia necessario associare alle tecniche manuali una fisioterapia di nuova concezione, che si avvalga di tecnologie specifiche in grado di stimolare il tessuto muscolare e l’organismo in profondità, per i dettagli delle quali vi rimandiamo al numero in edicola.
Metodologia e indicazioni
Ferrara prosegue dunque elencando le strumentazioni impiegate e spiegando i positivi effetti di una combinazione delle tecniche fisioterapiche attraverso l’azione antalgica e quella mirata alla riduzione degli spasmi e contratture, al miglioramento del trofismo muscolare, di deficit circolatori, ematomi, rigidità articolari, fibrosi tissutali, infiammazioni croniche, tendinosi, fibrolinfedema e lipedema.
La tempestività è la linea guida
Una caratteristica della fisioterapia del terzo millennio non è solo l’affiancamento allo sforzo di particolari tecnologie, ma anche l’applicazione di una vera e propria filosofia di gestione del recupero: ogni problema fisico deve essere affrontato subito per risolverlo il più velocemente possibile e le tecniche di nuova concezione sono in grado di garantire rapidità, accuratezza, precisione.
Un passo (breve) alla volta
Tutti i benefici di cui abbiamo parlato fino ad ora sono raggiungibili anche in una sola seduta intensiva di appena 30 minuti. Per riattivare i naturali meccanismi fisiologici alterati dall’accumulo di cataboliti e dallo stress legati all’esercizio fisico è sufficiente mezz’ora.
Tiriamo le somme
In conclusione, questa metodologia presenta la peculiarità di sinergizzare positivamente altre terapie: l’integrazione col massaggio manuale e tecniche di fisiochinesi, mobilizzazioni articolari e stretching rende l’azione terapeutica ancora più intensa, profonda e globale.
Foto: Vincenzo Ferrara.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Più efficace e (anche) più veloce”, di Vincenzo Ferrara, pubblicato su Triathlete n. 270, maggio 2021 (in edicola a inizio maggio), alle pagine 74-75.
Scopri di più sul numero di maggio 2021: in edicola e disponibile anche attraverso abbonamento cartaceo e digitale.