Distorsione. E vedi le stelle. Cosa fare per guarire in fretta? Alla lettera di Chiara da Salerno risponde la dottoressa Bianca Maria Lenci, nostra fisioterapista
Distorsione, che dolore! Cosa fare in caso di incidenti alla caviglia? I consigli della nostra fisioterapista, Bianca Maria Lenci, a Chiara da Salerno, che scrive preoccupata dopo un episodio accaduto in T2 durante un triathlon off-road. Non infortunata su uno dei tanti tratti accidentati del percorso, Chiara racconta di una modalità “più sciocca” in fase di cambio: “Scendendo dalla bici volevo fare in fretta per guadagnare secondi e sono stata maldestra, caricando tutto il peso sulla parte esterna della caviglia. Per fortuna nessun rumore strano, ma un dolore fortissimo mi ha quasi tolto il fiato”. Sostenuta dall’adrenalina, Chiara riferisce di aver concluso comunque la gara, ma che ora la caviglia è gonfia, calda e lei fatica a camminare. Non ha alcun livido sul piede, non le sembra ci siano fratture, ma chiede cosa fare per guarire in fretta. La dottoressa Lenci, a questo punto, precisa: ci sono vari livelli di gravità di una distorsione. In presenza di versamento di sangue sul tallone e di rumore all’articolazione, allora è probabile ci sia stata una lesione franca di tendine o legamento. Ma se così non è e, come nel caso di Chiara, si riesce a proseguire addirittura una gara, è più probabile una distorsione di 1° grado, la meno grave, senza alcuna rottura, ma solo con stiramento, e che non causa instabilità dell’articolazione; in genere è curabile in 10-15 giorni. Cosa fare nell’immediato? In questo caso, il protocollo da seguire, il RICE, prevede, come da acronimo, “Rest” (riposo), “Ice” (ghiaccio), “Compression” (compressione) ed “Elevation” (elevazione): non caricare, quindi, sul piede infortunanto, utilizzando una stampella per evitare compensazione e dolori altrove. Il ghiaccio va applicato per circa 20 minuti, più volte al giorno, il giorno stesso e quello seguente alla distorsione. Rivolgersi a un fisioterapista per un adeguato bendaggio compressivo, così da immobilizzare la caviglia e ridurne il gonfiore. Da seduti, sollevare il piede in modo da favorirne il reflusso di liquidi. Consigliabile una lastra, TAC o risonanza magnetica per un quadro della situazione. Fondamentale agire in fretta e non sottovalutare il problema, dato che molte patologie possono insorgere, anche a distanza di anni, per distorsioni non trattate o curate male. Gli obiettivi sono, in ordine d’importanza, la riduzione del dolore e del gonfiore, il recupero del movimento e della flessibilità dell’articolazione, rinforzo muscolare e ripristino delle normali funzioni di propriocezione, ovvero delle reazioni di difesa da traumi futuri. Il trattamento consiste in mobilizzazione, esercizi di potenziamento e di equilibrio su una pedana basculante.
Per consigli, scrivere a bianca.lenci@gmail.com.
Photo Credit: ITU.