Insieme al Dott. Luca De Ponti analizziamo le principali cause dei traumi da impatto generati dalla corsa. Tra asfalto e prato cosa scegliere? Meglio lo sterrato: meno traumatico anche se meno prestativo
Quante volte, reduci da qualche acciacco, ci siamo sentiti consigliare di riprendere a correre sul prato a un’andatura modesta? È capitato a molti e in effetti questa indicazione non è priva di fondamento riconoscendo al prato erboso il miglior effetto anti-traumatico in virtù della composizione di questo tipo di fondo, dove la superficie costituita dai fili d’erba smorza non poco l’impatto del piede con il terreno, peraltro il più delle volte soffice.
Questo accorgimento è spesso visto in contrapposizione con una superficie rigida come l’asfalto dove il piede trova una risposta secca, ma ovviamente più prestativa.
Traumi da impatto
Ritornando a una considerazione più generale dell’effetto dell’impatto del piede con il terreno, sono almeno quattro le principali variabili che influenzano i traumi da impatto generato dalla corsa:
- la superficie di appoggio o, meglio, quella dove si esplica il gesto atletico;
- la velocità di corsa che ovviamente determina l’energia cinetica con cui il corpo si muove;
- la calzatura dell’atleta, ovvero il potere ammortizzante dell’intersuola;
- la tecnica di corsa: un appoggio sull’avampiede, peraltro molto più dispendioso da un punto di vista energetico, è in grado di dissipare maggiormente con il lavoro muscolare le forze che si contrappongono.
Vediamo nel dettaglio: