Che sia corretta è fondamentale per realizzare una nuotata fluida ed efficace.
Può essere eseguita indifferentemente sia a destra sia a sinistra: a livelli evoluti, il triatleta deve essere in grado di effettuarla da ambedue i lati. La fase di inspirazione avviene con la bocca al termine della fase di spinta, durante la prima parte del recupero, dopo aver eseguito l’inspirazione, la bocca e il capo tornano a immergersi in acqua, precedendo l’ingresso della mano. Durante la fase di inspirazione il triatleta dovrebbe evitare di sollevare il capo (effettua un movimento di rotazione), mantenendo immersa la guancia, l’orecchio e parte dell’occhio dal lato in cui avviene l’inspirazione.
ESPIRAZIONE
Iniza dopo l’immersione del capo, viene effettuata con bocca e naso (in gran parte con la bocca) e ha un tempo di effettuazione superiore di 3-4 volte rispetto all’inspirazione. Alcuni triatleti preferiscono ritardare il momento di espulsione dell’aria, effettuando poi una espirazione esplosiva, per poter beneficiare di un miglior galleggiamento. Gli eventuali benefici in termini di galleggiamento sono però annullati dall’insufficiente ventilazione polmonare e, quindi, da una scarsa ossigenazione; è meglio che l’atleta espiri per l’intero percorso subacqueo del capo aumentando gradatamente la forza di questo atto, che
diventa massima nella fase di spinta.
DA SUBITO
Una particolare attenzione deve essere accordata alla costruzione e al perfezionamento degli atti respiratori fin da subito. Se l’educazione respiratoria non viene ben curata nella fase iniziale condiziona fortemente i successivi apprendimenti; una cattiva respirazione, infatti, è causa diretta o indiretta di numerosissimi errori. Quelli più comuni sono: l’inspirazione incompleta e solo nasale, le apnee prolungate (soprattutto espiratorie) e gli atti respiratori non ben coordinati con l’azione propulsiva. Il corretto ritmo rappresenta un obiettivo basilare dell’educazione respiratoria. Riuscire a espellere l’aria secondo un ordine adeguato (3:1 è il rapporto tra espirazione e inspirazione) significa da una parte garantirsi una piena ossigenazione e, dall’altra, creare le condizioni ritmiche per inserire correttamente l’atto respiratorio all’interno della bracciata. Meno si respira e più si nuota veloce, più ci si affatica. È invece utile non consumare troppe energie, la respirazione ogni due bracciate è certamente quella più indicata. È importante anche ai fini tattici quella ogni tre: permette di tenere sotto controllo la situazione relativa alla posizione degli avversari in acqua.
NELLA PRATICA