Aspetti già importanti nella vita di tutti i giorni, lo diventano ancor più quando chiediamo al nostro corpo di andare oltre la corsetta settimanale, con un impegno importante e sistematico, pur se commisurato all’età e al tempo a disposizione. Quali le verifiche da fare, senza tralasciare l’importanza del riscontro medico? Spesso si combattono situazioni infiammatorie dovute al sovraccarico a colpi di antinfiammatori e terapie fisiche, con gli allenamenti che si fanno altalenanti. È dovere del medico aiutare l’atleta a individuarne le eventuali cause e a porvi rimedio, così da non incorrere in insuccessi o miglioramenti solo transitori. Ci sono quindi alcune situazioni di base che vanno verificate senza dare nulla per scontato prima di affrontare un programma di allenamento più o meno articolato.
1. Il peso dell’atleta
Correre in sovrappeso è pericoloso per le articolazioni e può costituire il trampolino di lancio per problematiche alla schiena e alle ginocchia. Meglio non usare la corsa per dimagrire, soprattutto oltre i quarant’anni e dove il sovrappeso superi i 15 chili. Più saggio in queste condizioni iniziare con la camminata e portarsi a un buon livello di forma prima di cominciare con la corsa.
2. L’equilibrio muscolare
Inteso soprattutto in rapporto al peso. Per governare bene le articolazioni, la forza del muscolo deve essere rapportata al peso del soggetto ed è necessario un equilibrio tra muscoli agonisti e antagonisti. Se così non fosse, meglio affidarsi a un preparatore atletico e cominciare con esercitazioni di ricondizionamento muscolare, con un occhio di riguardo ai punti critici. Arti inferiori e muscolatura paravertebrale sono particolarmente sollecitati durante la corsa, è quindi necessario un monitoraggio costante di questi distretti.
3. Eventuali dismetrie degli arti inferiori
Il sovraccarico dovuto alla corsa richiede attenzione alla postura del bacino, che dipende anche dalla lunghezza degli arti inferiori. Talvolta, non sempre purtroppo, è possibile riequilibrare il bacino con spessori da studiare ad personam. Anche l’intervento fisioterapico o dell’osteopata, sempre su indicazione medica, può risultare determinante per il riequilibrio posturale.
4. La mobilità delle articolazioni
Caviglia, ginocchio, anca e schiena sono le articolazioni cardine nella corsa. La plasticità del movimento atletico dipende anche dalla mobilità articolare, che va ricercata costantemente e incrementata con esercizi di stretching. In particolare quella dell’anca, che viene sfruttata per un arco limitato di gradi, mentre le componenti rotatorie risultano importanti anche ai fini della salute dell’anca stessa. A livello lombare, invece, il movimento vertebrale è necessario per contrastare l’anteposizione alternata degli emibacini a ogni passo, mantenendo una postura eretta. Situazioni di scarsa mobilità ed elasticità rischiano di essere pagate a caro prezzo.
5. La biomeccanica dell’appoggio del piede
È un elemento imprescindibile quando il numero dei chilometri percorsi diventa significativo. Effetti negativi si possono ripercuotere lungo tutta la catena cinetica. Rintuzzare in modo estenuante situazioni infiammatorie con terapie di tutti i generi, senza razionalizzare la qualità dell’appoggio del piede, è quanto di più deleterio si possa fare.
6. La bontà dei principi alimentari
Il controllo delle situazioni infiammatorie da generico sovraccarico può essere affidato, in parte, all’alimentazione, vista come induzione al buon funzionamento ormonale. Il principio di omeostasi, di equilibrio delle funzioni del corpo, deve essere sempre rispettato e l’alimentazione corretta gioca un ruolo decisivo. La ricerca dei cibi integrali, la modulazione dello stress ossidativo e il controllo dei picchi dell’insulina sono ormai condizioni imprescindibili.
7. Il metabolismo degli urati
La funzionalità renale è essenziale nello smaltimento degli urati, che derivano dall’assunzione proteica e dalla degradazione delle proteine del muscolo. Un affievolirsi dell’eccellenza del lavoro renale è normale al trascorrere degli anni, risulta quindi saggio diminuire progressivamente la quota di urati con l’alimentazione, facendo attenzione ai cibi che ne sono particolarmente ricchi, come la carne rossa, i crostacei, la selvaggina, i dadi di carne ecc. Il controllo dell’uricemia nel sangue va ripetuto in modo sistematico. La salute dei denti Problemi ai denti, come ascessi frequenti, carie e, più genericamente, infezioni del cavo orale vanno trattati adeguatamente perché possono amplificare situazioni infiammatorie di altri distretti: muscolari, tendinei e articolari. Attenzione anche alle situazioni di maleocclusione, che possono essere foriere di squilibri con ripercussioni posturali negative.